PULCINI: 6 STRATEGIE PER LA GESTIONE DEL TUO GRUPPO

La gestione del comportamento è una sfida costante per tutti gli allenatori della categoria Pulcini e non.

Per questo motivo, riuscire a stabilire una condotta ideale dovrebbe essere un obiettivo alla pari di quelli tecnici o tattici. Per farlo, esistono alcune strategie semplici, ma di sicuro impatto durante i tuoi allenamenti.

L’articolo di oggi proverà ad offrirti un approfondimento su queste tecniche. Per ognuna, troverai una breve descrizione, i benefici relativi e le modalità d’applicazione che potrai sfruttare con la tua squadra.

COMPORTAMENTO = MISSION IMPOSSIBLE?

Inizio con l’offrirti un risultato statistico.

Un sondaggio fatto dalla federazione inglese tra i coach d’oltremanica ha evidenziato come la gestione del comportamento si sia classificata seconda tra le ‘cose sulle quali gli allenatori britannici vorrebbe più aiuto’.

Sono quasi sicuro la cosa sia abbastanza universale.

Qualsiasi mister deve far fronte a queste problematiche. Il che è naturale, rispettando la realtà del materiale umano con cui ci si confronta.

Sono bambini, in un contesto di gruppo, con le relative dinamiche nelle quali, spesso, non sanno come agire.

Tuttavia, riuscire ad assicurarsi un buon livello di comportamento faciliterebbe e non di poco il tuo lavoro.

Lo vedo anche io, quando revisiono le mie sessioni. Se un allenamento è andato bene, il 99% è anche perché i miei giocatori hanno risposto alla grande in ogni momento. Sempre attenti, presenti, coinvolti.

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TERRENO FERTILE PER CRESCITA E APPRENDIMENTO

Creare questo genere di ambiente sembra inoltre essere una sorta di garanzia per la crescita e l’apprendimento dei tuoi giocatori.

Ricerche sull’argomento suggeriscono come i bambini traggano vantaggio da situazioni di gruppo in cui ci sia rispetto reciproco, positività, sicurezza e attività coinvolgenti.

Tutte condizioni che possono essere facilitate da un buon comportamento dei membri.

È indubbio inoltre che giocatori disciplinati sono quelli che colgono il valore delle regole e delle responsabilità.

Che sanno accettare le condizioni del buon convivere con gli altri, o del rispetto. E che quindi sapranno trasmettere questi valori nella vita sociale di tutti i giorni.

Senza dimenticare poi la crescita sportiva. Un gruppo con un buon comportamento lavora di più e meglio.

Meno interruzioni, più pratica. Quindi, alla lunga, più esperienza e possibilità di diventare calciatori migliori.

6 STRATEGIE PER IL BUON COMPORTAMENTO

La creazione di queste condizioni non è affatto una mission impossible. Puoi fare affidamento ad alcune strategie che, con buona applicazione, sapranno dare i loro frutti.

1) STABILISCI DELLE REGOLE

Il primo passo è sicuramente quelle di stabilire delle regole. In questo modo, potrai (appunto) regolare le varie situazioni della tua attività.

In un precedente articolo ti avevo già offerto una discussione sul tema. Per questo, ti rimando a quella pagina (che puoi trovare cliccando qui) per un tuo necessario approfondimento.

2) CONDIVIDI COSA TI ASPETTI DAI GIOCATORI

Spesso si parte dal presupposto che i “bambini debbano ascoltare il mister quando parla e non fare casino”. Commettendo un errore. Perché, specialmente se alle prime esperienze, non hanno idea di cosa significhi.

Il comportamento è qualcosa di soggettivo, che dipende da personalità e abitudini personali. Come ogni abilità, anche questa va insegnata e facilitata.

Dovrai essere tu, mister, a stabilire cosa è giusto fare e cosa no. Cosa si può fare e perché, e cosa no. In altre parole, definisci aspettative e fissa dei paletti.

Un esempio, riprendendo quanto sopra. “Mi aspetto che tutti ascoltino quando parlo. Occhi aperti, girati verso di me, e devo sentire solo mia voce”.

Come vedi, oltre alla regola definisci i comportamenti che ti aspetti di vedere. Chiari e concisi.

Queste possono riguardare non solo i momenti ‘morti’ tra le attività, ma anche i giochi. Anche in questi, infatti, stabilire cosa è possibile fare è determinante per la sua buona riuscita.

Ovviamente, queste vanno riprese e rinforzate spesso. Come qualsiasi abilità va ciclicamente rivisitata, vale lo stesso discorso.

3) SII TU IL PRIMO ESEMPIO

Che tu lo voglia o no, tutte le figure che girano intorno alla tua squadra sono in qualche modo influenzate dal tuo comportamento. Compresi, ovviamente, i tuoi giocatori.

Ecco che allora essere il primo a seguire quello che richiedi è determinante.

Hai stabilito che il rispetto è una delle tue regole, ma tu ne sei fedele?

Rispetti il luogo in cui lavori? E i tuoi bambini?

Essere l’esempio significa quindi riuscire a mantenere compostezza e lucidità di fronte a tutte le situazioni, rispettando per primo quanto richiesto agli altri.

Per questo, prova a porti queste domande.

Come reagisco di fronte al cattivo comportamento? Quanto fatto (rimprovero, ecc.) è stato efficace?

Va bene per ognuno dei miei giocatori?

Devo migliorare i miei interventi? Riesco a collegarli con le regole stabilite, dandogli valore?

4) RISPONDI ALLE SITUAZIONI: LE CONSEGUENZE

Non sempre la prevenzione funziona. Nonostante tutte le precauzioni, le regole e le raccomandazioni, alcuni cattivi comportamenti persistono.

Hai bisogno, quindi, anche di una cura.

In altre parole, un sistema di ‘conseguenze alle proprie azioni’.

Che sia prestabilito, che riesca ad inglobare gran parte delle situazioni, oltre ad essere ben conosciuto da parte dei giocatori.

Nei casi di situazioni di minori, ad esempio, potrebbero essere dei richiami o una veloce ‘lavata di capo’.

Un’occasione per rinforzare aspettative e comportamento ideale, reindirizzando verso quanto lo stesso giocatore già dovrebbe conoscere.

In occasioni più al limite, invece, puoi dover ricorrere a provvedimenti più decisi (magari, informando le famiglie).

Una strategia applicativa interessante può essere quella dei cartellini. Verde per rinforzare buoni comportamenti.

Giallo sta al richiamo.

Rosso, come in partita, conseguenza (ad esempio, fuori per tot tempo, fino a cose più gravi).

comportamento

5) RINFORZA IL BUON COMPORTAMENTO

Rinforzare il buon comportamento può facilitarne il rispetto. Quando vedi un bambino che è pronto ad ascoltarti prima di un nuovo gioco.

O a rispondere ad una domanda, riconosciglielo. In questo modo, stai praticamente dicendo a lui (e agli altri) “questo è quello che mi aspetto venga fatto”.

Tuttavia, non esagerare con le congratulazioni.

Rischierai di farle perdere di valore. Rimani sempre lineare, sfruttando i veri e propri riconoscimenti per quando una situazione lo necessita davvero.

6) PREPARA E PROPONI ATTIVITA’ COINVOLGENTI

Dulcis in fundo, forse uno degli aspetti più sottovalutati in assoluto.

Le attività che proponi, infatti, possono avere un effetto più o meno positivo sul comportamento dei bambini.

La causa principale della cattiva condotta è la noia. Bambini che si annoiano iniziano a chiacchierare, calciare palloni in giro, guardarsi intorno o infastidire gli altri.

comportamento

Il tuo primario obiettivo, dunque, dev’essere il prevenire queste situazioni. E dovrai farlo a tavolino, quando pianifichi i tuoi allenamenti.

Un gioco è efficace se c’entra l’obiettivo tecnico, ma anche se assicura continuità e zero problemi.

Se impegna i giocatori al 100% della loro presenza fisica e mentale.

Quindi, quali soluzioni?

  • Azzera code e momenti morti durante le attività. Preferisci attività in cui siano tutti sempre coinvolti e in movimento.
  • Sii conciso e concreto nei discorsi, senza dilungarti troppo tra spiegazioni, ecc. Vai dritto al punto, e poi lascia che i giocatori siano i protagonisti.
  • Prepara esercitazioni che sappiano coinvolgere e prendere i bambini: sfide, competizioni, giochi, ecc.
  • Definisci regole e aspettative per ogni situazione controversa, prevenendo potenziali cattivi comportamenti.

 

APPROFONDIMENTI:

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