
Il 4 contro 4 è il modello di gioco perfetto per i Pulcini. Non sono io a dirlo, ovviamente. Sono infatti vari gli esperti del settore che sostengono questa teoria. Ma c’è di più.
Uno studio, promosso e condiviso dal Manchester United sembra confermarlo. E stiamo parlando di una delle squadre più importanti della Premier League. Dal suo settore giovanile sono usciti giocatori del calibro di David Beckham, Paul Pogba e Markus Rashford (mica male!)

Nell’articolo di oggi ti riporto proprio la ricerca in questione, cercando di capirne segreti e suggerimenti. Per poi, eventualmente, provare a prendere spunto provando ad usare lo stesso sistema.
LO STUDIO: “MANCHESTER UNITED 4V4 PILOT SCHEME”
Il Manchester United 4V4 Pilot Scheme è stato promosso dall’Academy dei Red Devils in collaborazione con l’Università di Manchester.
Principalmente, l’obiettivo era trovare una soluzione per massimizzare le opportunità di apprendimento tecnico per i giocatori della categoria equivalente ai Pulcini.
È stato fatto ciò considerando il 4 contro 4 come modello ideale, da confrontare con l’8 contro 8. Lo studio non è recentissimo (2003), e non si gioca più con lo stesso modello. Tuttavia, non credo ci siano moltissime differenze con il 7 conto 7, formato di gioco che spesso molti formatori (anche tra i pro) preferiscono giocare. Inoltre, quello che leggerai sarà un concetto diverso dell’esperienza partita.
Prendi quindi questa analisi non solo come tentativo di confrontare i due formati di gioco. Ma anche come rivalutazione del concetto di partita nella categoria.
PERCHE’ 4 CONTRO 4?
La domanda potrebbe sorgerti spontanea. Perché 4 contro 4? Te lo lascio dire da uno che dell’argomento è un maestro, Rinus Michels:
“I migliori formatori usano i principi base del calcio di strada nella loro attività di base, visto che questi elementi sono quelli che trasmettono di più ai giovani calciatori”

Il 4 contro 4 è l’essenza del calcio di strada. È il modello più semplice e completo giocabile, visto che potenzialmente contiene tutti gli aspetti del gioco individuale e collettivo. Quindi, un approccio ideale per la categoria, quello di cui i Pulcini hanno bisogno per crescere nel gioco che tanto li affascina.
Andando poi più nello specifico, la scelta del 4 contro 4 è relativa al fatto che i ricercatori hanno cercato di ricreare, il più possibile, l’ambiente di gioco in cui i migliori giocatori del mondo hanno sviluppato le abilità che li contraddistinguono. Stiamo parlando della possibilità di dominare il pallone, provare nuove giocate senza paura, adattare le situazioni di gioco (anche in superiorità), poche pressioni esterne e, in generale, divertimento e creatività.
LA PAROLA… AI NUMERI
Manco sto a dirti che i risultati ottenuti sono stati molto interessanti. I numeri hanno infatti mostrato come praticamente tutti i parametri erano a favore del 4 contro 4.
Maggior numero di passaggi, di gol, di tentativi di dribbling (vedi tabella sotto). Ma anche di situazioni 1 contro 1, duelli in cui potenzialmente i giocatori sono esposti e chiamati ad utilizzare abilità tattiche individuali sia in possesso che in non possesso.

Maggior numero di passaggi, di gol, di tentativi di dribbling. Ma anche di situazioni 1 contro 1, duelli in cui potenzialmente i giocatori sono esposti e chiamati ad utilizzare abilità tattiche individuali sia in possesso che in non possesso.
C’è poi un aspetto che pochi considerano, ma che è altrettanto importante. Ovvero l’impatto sul lungo periodo. Se infatti questi numeri vengono proiettati sul futuro, prendendo in considerazione 15 partite, si nota come l’esposizione a situazioni allenanti favorevoli diventa ancora maggiore. Nello studio si parla ad esempio di 585 passaggi in più, o addirittura 525 situazioni di 1 contro 1 che nell’8 contro 8 non avverrebbero.
Quindi, 525 opportunità in più per imparare. Quindi, per crescere e migliorare. E non dovrebbe essere questo l’obiettivo principale dell’attività di base?
LA PAROLA…AI PROTAGONISTI
Non si sono però limitati solo a raccogliere numeri. Gli autori hanno anche interpellato alcuni dei protagonisti dello studio: formatori, genitori e giocatori. Questi hanno dato la loro opinione (negativa o positiva che fosse), arricchendo così il valore della ricerca.
Esperti del Settore
Formatori, responsabili di settore giovanile, o altri diretti interessati. Opinioni diverse, frutto probabilmente della diversa visione del gioco.
I commenti positivi erano relativi principalmente ai fattori divertimento, coinvolgimento, espressione senza paura dei giocatori e meno pressione sull’aspetto vittoria. Riconosciuto ciò, mi vien da pensare: di cos’altro c’è bisogno? Specialmente in contesti non professionistici, che mirano alla pura promozione sportiva, questo tipo di modello di gioco è assolutamente perfetto. Perché punta ai valori e agli obiettivi dell’attività.
Gli aspetti negativi riconosciuti riguardavano le dimensioni organizzativa e competitiva. Nel primo caso concordo con il dire che l’attività richiede una certa organizzazione (quindi anche staff, che non è sempre possibile avere in tutte le realtà). Per quanto riguarda il lato ‘competizione’, invece, mi trovo contrario. È così importante questa dimensione a 9-10 anni?

Genitori
Anche i genitori dei bambini parte del progetto sono stati coinvolti nell’analisi. D’altronde, anche loro sono parte del concetto di ambiente che contorna ogni esperienza partita.
Questi hanno positivamente riconosciuto il valore del progetto per quanto riguarda divertimento, valore e opportunità di miglioramento. Quello che, in fondo, ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio.
Alcuni invece hanno criticato la minor competitività del 4 contro 4 rispetto all’ 8 contro 8. C’è da dire che comunque questo è stato osservato da una relativa minoranza. Che siano i soliti genitori fanatici che vogliono vincere più dei loro figli? Forse, per questi, il modello di gioco in questione è una buona soluzione ‘culturale e educativa’.
Bambini
Dulcis in fundo, è stata data parole ai bimbi protagonisti dello studio. Ovviamente, hanno apprezzato sia l’8 contro 8 che il 4 contro 4. Ma, a domanda diretta, il 75% ha preferito la seconda opzione.

Ne hanno riconosciuto la possibilità di migliorare, perché permetteva loro di provare molte più cose più frequenza. Inoltre, hanno apprezzato il fatto che gli allenatori non dessero loro troppe indicazioni o rimproveri (diktat importante dell’esperienza), cosa che alcuni hanno trovato ‘negativa, anzi imbarazzante quando fatta davanti agli altri compagni’.
E, detto dai bimbi, ha davvero grande impatto e offre spunti di riflessione significativi.
TOCCA A TE: ORGANIZZA IL TUO FESTIVAL 4 CONTRO 4!
Sperando di aver suscitato in te curiosità e averti creato dubbi, tocca a te ora mettere in campo il tuo festival 4 contro 4. Volendo, per testare e certificare tutto quello discusso in questo articolo.
Quello riportato sotto è lo schema utilizzato per lo studio dal Manchester United. Nulla ti vieta, però, di apportare modifiche per quanto riguarda regole, ecc. Attenzione solo a non snaturare troppo il tutto!
Format
Da un minimo di 8 giocatori, fino ad un massimo di 40 (e, con parecchio staff, anche 80 giocatori). Ogni squadra gioca con minimo 4 giocatori (rispettando il modello 4 contro 4). Inoltre, ognuna può avere 1 sostituto (sconsigliato, perché diminuiscono i minuti a disposizione di ogni giocatore, però non vietato).
I Giochi
Il festival si compone di quattro attività diverse:
- Partita 4 contro 4 con portieri (quindi, 4 o 5 giocatori per squadra)
- Partita 4 contro 4 a 4 porte
- Partita 4 contro 4 con linea di meta
- Partita 4 contro con porticine


Durata
I tempi di gioco possono essere di 8/10 minuti. Alla fine di questo tempo stabilito, le squadre ruotano e si spostano da un campo all’altro, pronti a provare un altro gioco.
Tra una partita e l’altra è consigliabile concedere 2/3 minuti di pausa, tempo necessario per reidratarsi e permettere ai giocatori di muoversi nel nuovo campo.
Questo suggerisce almeno 50-60 minuti per realizzare questa attività.
Arbitraggio
L’autoarbitraggio è particolarmente incentivato. Questo, per due ragioni principali. La prima, è creare un ambiente adatto ai bimbi, dando l’impressione che sia il loro gioco e lo stiano facendo principalmente per divertirsi ed imparare, allontanando l’aura spesso negativa della competizione eccessiva. Poi, il dover arbitrare la loro partita incoraggia i bimbi a riconoscere situazioni in cui dover applicare le regole del gioco, aumentando la loro abilità di essere ‘giocatori’.
Genitori
Attenzione particolare deve essere data a chiunque assista l’attività. Questo, per creare il giusto contesto di gioco. È quindi opportuno assicurarsi che il comportamento fuori dal campo sia consono, ma che preventivamente i genitori siano informati degli obiettivi dell’esperienza partita dei figli. Questo, comunicandolo in anticipo o divulgando simili informazioni attraverso cartelloni, ecc.
Formatori
Per trarre il massimo dall’attività, ogni formatore deve seguire alcune linee guida fondamentali, adattando al contesto il proprio comportamento. Non ci sarà infatti bisogno di comandare i giocatori, né alzare la voce. Invece, saranno necessari incoraggiamenti, commenti positivi ed eventualmente soluzioni per stimolare singoli o il gruppo (ad esempio, far viaggiare il pallone da una parte all’altra prima di poter segnare una rete).
Materiale & Staff
Infine, l’aspetto organizzativo. Avrai bisogno di coni, palloni, pettorine e porticine (o coni alti, se non le hai a disposizione).
Serviranno inoltre vari membri dello staff per la buona riuscita dell’attività. Qualcuno che si occupi di supervisionare il comportamento degli spettatori. O chi assicuri supervisioni i campi, assicurando la sicurezza dei giocatori (in questo, formatori al seguito andranno più che bene, che devono ovviamente essere informati nei minimi dettagli).
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