SE MOTIVI SOLO QUELLI BRAVI, SEI FUORI STRADA

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Dopo le prime settimane di attività, l’identità del tuo gruppo di Pulcini dovrebbe iniziare a delinearsi. I bimbi si stanno adattando all’ambiente, le prime personalità vengono fuori. E, soprattutto, dovresti già avere un’idea del livello di abilità di molti dei tuoi giocatori.

Qualcosa di abbastanza importante, che ha un impatto notevole sui giochi e le esercitazioni che proponi. Soprattutto perché, molte volte, lo stesso gruppo è un mix di varie capacità.

Ciononostante, dovrai far prevalere l’idea del ‘posso farcela e sono capace’ per tutti, senza minare alle motivazioni dei tuoi mini-calciatori.

Ognuno deve sentirsi in grado.

Per cui pianificare attività che non considerano le loro reali capacità sarebbe più che controproducente.

Nell’articolo di oggi, un interessante studio sul campo ha provato a suggerire come gestire questa situazione.

Te lo riporto, cercando poi di indicarti le possibili applicazioni pratiche per il tuo gruppo.

UNO STUDIO SUL CAMPO

COSA SI INTENDE PER GRUPPO OMOGENEO E ETEROGENEO?

La ricerca in questione cercava di capire quanto le differenze d’abilità all’interno del gruppo potessero influire sull’esperienza d’apprendimento dei bambini.

In particolare, si è fatto riferimento ai termini di gruppo omogeneo e eterogeneo. Il primo caso si caratterizza per giocatori tutti più o meno bravi. Nel secondo, invece, la situazione è più diversificata, con un mix delle due tipologie.

LO STUDIO

I ricercatori hanno voluto investigare sul come i vari livelli di abilità interagivano e si influenzavano tra loro. Quanto i bimbi traevano vantaggio nel giocare coi “pari”? Quanto, invece, soffrivano in una circostanza di minor equità?

Sono state considerate due categorie diverse di esercitazione: una analitica, e una più situazionale. In particolare, la prima era un’attività tecnica sul passaggio, in cui si ricercava la precisione del gesto ed un movimento combinato (corsa in un cerchio). La seconda, invece, consisteva in un possesso palla 4 contro 4.

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Per entrambe le proposte, si sono svolte varie manche. In ognuna di queste, i ricercatori hanno testato vari gruppi di lavoro. Con tutti i bimbi bravi ad esempio, o meno bravi. Oppure mischiandoli tra loro, con una prevalenza di bambini più o abili o meno.

Su cosa si sono concentrati gli autori dello studio? Elementi come la precisione dei passaggi e gli errori commessi nella parte analitica. Nel possesso, invece, oltre a quei valori, anche quanto tempo ogni giocatore era coinvolto nell’attività.

I RISULTATI

Per quanto riguarda l’esercitazione tecnica, dai risultati ottenuti si è notato come i passaggi giusti e quelli sbagliati andavano di pari passo al livello in gioco. Giocatori bravi sbagliavano meno ed eseguivano più gesti corretti. Il contrario quando l’abilità in gioco era più bassa. Questo, a prescindere dal gruppo in cui erano inseriti.

Per quanto riguarda il possesso palla, la situazione era più o meno simile. E questo, in ogni circostanza. Inoltre, si è notato come i giocatori più bravi tendevano ad essere in possesso di palla maggiormente di quelli meno abili quando nello stesso gioco. Quindi, una maggiore esposizione e partecipazione.

CONCLUSIONI

Gli autori, analizzando i risultati, sono giunti ad alcune conclusioni:

  • Giocare con compagni dello stesso livello comporta risultati migliori, quindi favorendo il processo di apprendimento.
  • Pensare che se bambini più indietro giocano con quelli più avanti possono migliorare non è effettivamente emerso. Al contrario, partecipano di meno.

A parer mio, considerazioni abbastanza inusuali rispetto al credo comune. C’è comunque da sottolineare una cosa. Che ricerche simile sono sì valide ed interessanti. Ma, comunque, ogni gruppo è un’entità a sé, con le proprie dinamiche. Lascio quindi l’ultimo giudizio a te, mister.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA 

Come tramutare queste informazioni in strumenti utili per il tuo lavoro?

Innanzitutto, c’è da considerare il perché potresti averne bisogno. Il che potrebbe sembrarti abbastanza ovvio. È molto complesso avere gruppi formati da giocatori bravi in maniera uguale. A meno che non si adotti una selezione sfrenata, questo non succede. E siccome credo che nella stragrande maggioranza dei casi tu ti possa trovare a lavorare con un mix di varie abilità, sapere come gestire la situazione è fondamentale. Questo, per più di un motivo: apprendimento dei giocatori, loro coinvolgimento e divertimento, ma anche soddisfazione di genitori e famiglie.

Dunque, quali soluzioni possibili?

DIFFERENZIARE I GRUPPI

La prima è senza dubbio quella di creare gruppi diversi basandosi sulle abilità. La creazione quindi di più squadre.

Il vantaggio sta nell’assicurare un livello più o meno omogeneo, che come hai potuto constatare può garantire un’esperienza positiva ai giocatori.

Devi però considerare una serie di elementi in questo tipo di approccio. Innanzitutto, avere un gruppo numeroso di bambini. Con 7 giocatori è praticamente impossibile da utilizzare. Poi, partire da una situazione consolidata. Magari con tanti bimbi dell’annata precedente, ai quali annettere i nuovi dopo una piccola valutazione. Infine, i genitori. Devono essere assolutamente informati della scelta, associando una buona dose di evidenze a conferma della stessa.

DIFFERENZIARE IN ALLENAMENTO

Puoi anche pensare ad un approccio più light. Quello di differenziare l’attività solo in allenamento. Creando dunque gruppi operativi omogenei nelle esercitazioni.

Questo ovviamente avendo qualche collega con te. E sempre cercando di informare genitori (e giocatori) delle tue scelte.

DIFFERENZIARE L’ATTIVITA’

L’ultima soluzione, forse la più innovativa e meno conosciuta, può essere quella di differenziare le proposte di allenamento. Creando quindi vari livelli all’interno dell’esercitazione stessa. Tralasciando la divisione dei gruppi. Come nell’attività che ti ho proposto sotto.

ESERCITAZIONE – PORTICINE COLORATE

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  • Numero giocatori: 10+
  • Difficoltà: da facile a difficile
  • Tempo: 10/15 minuti
  • Obiettivo: Dribbling
  • Spazio: 20 x 20
  • Materiale: palloni, confetti, pettorine

Descrizione: all’interno dello spazio di gioco sono sparse delle porticine (spazi compresi tra due conetti). Queste, sono di vari colori. I giocatori sono accoppiati, con un pallone ogni due. Obiettivo di quello in possesso palla quello di condurre il pallone attraverso più porticine possibili. Il tutto, senza che il compagno (avversario) riesca a rubagli palla. Se ciò dovesse succedere, i due cambiano automaticamente ruolo (transizione).

Differenziare: per differenziare l’attività, puoi chiedere ai giocatori di decidere per conto loro una sequenza colorata che vogliono usare. Ad esempio: porticina blu, rossa, gialla. Ora, conta un punto ogni volta che viene completata una sequenza senza che l’avversario riesca a rubare palla. In questo, puoi chiedere ai giocatori di scegliere una sequenza più o meno facile: da 2 colori (minimo, quindi più semplice) fino a 5 colori (massimo, la più complessa). Idealmente, i bambini selezionano la sfida che più pensano di poter affrontare. Ovviamente, potrai guidarli in questo, facilitando la scelta sulla base delle loro reali capacità.

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